Clienti, tecnologia e valore saranno i cardini della prossima era della globalizzazione
Riflettiamo sul concetto di globalizzazione e sull’importanza di guardare ai cambiamenti da una nuova prospettiva.
Il mondo sta cambiando. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Questo cambiamento coinvolge tutti i settori ed ognuno di essi deve o dovrà mettere in atto delle strategie per adattarsi ai mutamenti che coinvolgono gli assetti politici, geografici e climatici, rivoluzionando il concetto di globalizzazione.
Proprio da qui parte la nostra riflessione: dal concetto di globalizzazione e dai mutamenti che trascina con sé, siamo andati ad indagare gli effetti nel settore manifatturiero.
Iniziamo con una semplice domanda: cosa preoccupa maggiormente in questi tempi coloro che gestiscono le Aziende? Quasi sicuramente la risposta sarà: le tariffe e le guerre commerciali.
Un recente sondaggio condotto dalla McKinsey ha confermato questi timori.
Un terzo degli intervistati, dirigenti aziendali ha affermato che l’incertezza sulla politica commerciale è la loro principale preoccupazione, e tre quarti di tutte le società affermano che le loro strategie di investimento globali stanno mutando di conseguenza.
Ma le aziende non possono permettersi di reagire semplicemente a seguito delle notizie, ogni decisione deve essere riferita al quadro più ampio.
Si apre quindi il tema della nuova geografia della domanda e dei consumi.
Innanzitutto, la geografia della domanda globale è radicalmente cambiata nell’ultimo decennio.
Cina, India e altre economie emergenti sono state originariamente inserite nelle catene del valore globali realizzando manufatti ad alta intensità di manodopera ed esportandoli in economie avanzate.
Per questo, pensare a questi paesi ancora come “fabbriche a basso costo per il mondo” è
un’ipotesi obsoleta. Sono mercati di consumo redditizi a pieno titolo e le loro aziende sono una nuova fonte di concorrenza.
La percentuale di consumo mondiale in via di sviluppo è aumentata di circa il 50% nell’ultimo decennio. La Cina ora importa tanti beni finali e anche beni di valore superiore;
Collettivamente, le economie emergenti probabilmente consumano quasi i due terzi dei manufatti del mondo (entro il 2025): prodotti come automobili, prodotti per l’edilizia e macchinari all’avanguardia.
Nei servizi ad alta intensità di conoscenza, compresi i servizi IT, i servizi finanziari e i servizi alle imprese, il 45% di tutte le esportazioni dalle economie avanzate è già in via di sviluppo.
Mentre la domanda locale è in aumento, le economie emergenti stanno anche raggiungendo un nuovo livello di maturità industriale.
Le catene del valore sono influenzate da un’ondata di tecnologie di prossima generazione. Alcuni, comprese le piattaforme digitali e le applicazioni logistiche, continueranno a ridurre i costi, i ritardi e gli attriti commerciali. Le reti Ultrafast 5G forniranno una base per l’IoT, reti più intelligenti, veicoli autonomi e realtà virtuale.
Oggi le multinazionali stanno studiando una mappa della domanda globale che è radicalmente cambiata rispetto a una decina di anni fa in seguito alle nuove tecnologie di automazione che riducono l’importanza dei costi della manodopera.
Questi cambiamenti nel processo decisionale aziendale stanno iniziando a comparire nelle statistiche commerciali.
Oggi solo il 18% degli scambi coinvolge economie avanzate che importano dai paesi con salari minimi. Fattori come la vicinanza ai clienti, la qualità delle infrastrutture e la disponibilità di una forza lavoro più qualificata stanno assumendo oggi un peso maggiore rispetto alla ricerca di costi di manodopera globali più bassi possibili.
E questo è un fenomeno che sta avvenendo su scala mondiale, dove tra gli attori principali sono presenti anche paesi come India e Cina, non più ormai orientati solo alla logica del costo, ma che sono entrati da tempo nella catena del valore dei prodotti di qualità.
Allo stesso tempo, i flussi di servizi crescono del 60% più velocemente rispetto agli scambi di merci.
La tecnologia sta iniziando a rendere praticabile la fornitura di servizi come la manutenzione industriale e la telemedicina da remoto. In più catene di valore – compresa la produzione – il maggior valore proviene dai servizi, sia software che di design, proprietà intellettuale, distribuzione, marketing o servizi post-vendita.
Per l’impresa questo è il momento più adatto per rivalutare dove competere, e dove posizionarsi, lungo la catena del valore globalizzata.
Tale processo di cambiamento, non riguarda solo le grandi aziende, ma soprattutto le piccole e medie imprese, che dovranno accedere a nuove competenze ed essere formate a competere, non tanto verso i concorrenti, ma verso il mercato che è in profondo mutamento.
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